Adriana Lafranconi, Apprendere a leggere e scrivere. Come e perché, Prefazione di Giuliana Sandrone, Edizioni Studium, Roma, 2020, pp. 300, ISBN 9788838248627, € 29,00.
Il compito di accompagnare le bambine e i bambini nell’apprendimento della lettura e della scrittura risulta centrale per la loro crescita umana personale, culturale e sociale. Per questo ha sempre costituito nella storia della scuola un aspetto decisivo e molto dibattuto perché tocca la realizzazione di uno dei suoi fini istituzionali. L’interesse di Adriana Lafranconi su questo tema scaturisce dal fatto che i recenti esiti della ricerca secondo l’approccio dell’Evidence-Based Education (Vivanet Giuliano, Che cos’è l’Evidence Based Education, Ed. Carocci Faver, Firenze 2014, p. 130.) e gli studi delle neuroscienze sull’apprendimento del leggere e delle scrivere, insieme alle problematiche relative ai Disturbi Specifici di Apprendimento e dei Bisogni Educativi Speciali, rischiano di riproporre la discussione in termini contrastivi, riaprendo questioni in ordine a quale sia il “metodo migliore” per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini.
Per evitare ogni ritorno al periodo di “non dialogo”, condizionato anche da posizioni di carattere ideologico, l’Autrice intraprende un significativo cammino di approfondimento dei metodi presenti nel panorama didattico, ponendo alla base della sua ricerca il paradigma dell’integrazione. La tesi centrale si basa sulla convinzione che l’integrazione tra i metodi costituisca una soluzione per andare incontro alle diversità di personalità con cui si presentano i bambini e per dare valore alle pratiche didattiche dei docenti che nei contesti di apprendimento vanno oltre un ancoraggio dogmatico a un metodo.
La condizione fondamentale per avviarsi verso questo approccio si fonda sulla convinzione che la pedagogia ritorni ad occupare una posizione determinante e di traino nella riflessione e nell’assunzione di scelte responsabili da parte dei docenti. Infatti, come sottolinea puntualmente nella Prefazione Giuliana Sandrone, è proprio della riflessione pedagogica che, “permettendo un’intenzionale ed accorta integrazione fra diversi metodi, li colloca in una cornice antropologica consapevole, capace di dar ragioni delle scelte metodologiche più adatte per affrontare l’idiografica situazione frutto dell’esperienza e delle specificità che ciascun bambino porta con sé, nella sua irripetibile unicità.” Quindi il leitmotiv che attraversa tutto il libro è quello di creare continuità tra la centralità dell’esperienza, della realtà e della storia nei contesti scolastici reali e la natura delle scienze pedagogiche, alla ricerca di leggi previsionali che orientino nell’affrontare casi singoli. Continua a leggere→