Segnaliamo ai nostri lettori la recensione di Luciano Rondanini, già Dirigente Tecnico del MIUR, al libro:
G.Biraghi, M.Cagnetta, A scuola di Educazione civica, Edizioni Ecogeses, Roma 2022, p 364, €.18,00
Colmare un preoccupante deficit
L’educazione civica è “l’ultimo” insegnamento ad essere diventato obbligatorio in tutti i gradi del nostro sistema di istruzione. La sua introduzione (legge 92/2019) è coincisa con l’irruzione della pandemia in cui abbiamo dovuto fare i conti con misure restrittive che hanno messo a dura prova la capacità di resilienza di ognuno di noi. Come ha scritto Massimo Recalcati, il Covid ha evidenziato come la formazione autentica presupponga l’esperienza dell’ostacolo, dello smarrimento e del “carattere inemendabile” dell’incontro con la realtà” (Recalcati, 2021).
Abbiamo purtroppo sperimentato sul campo il peso dei contenuti di questo nuovo insegnamento, ma anche l’opportunità per studenti e docenti di cogliere con maggiore consapevolezza le contraddittorietà di questa epoca sconvolgente e travolgente insieme, a cominciare dall’emergenza climatica, sanitaria e dalla guerra che si sta combattendo nel cuore dell’Europa.
C’è poi un dato preoccupante che ha reso opportuna l’introduzione dell’educazione civica nella formazione dei nostri alunni: il grave deficit di conoscenza della Costituzione, che costituisce un vero e proprio handicap per la democrazia italiana. Non a caso, i “padri costituenti”, in un ordine del giorno proposto da Aldo Moro e votato all’unanimità l’11 dicembre 1947, chiedevano che la Costituzione dovesse trovare
“senza indugio, adeguato posto nel quadro didattico delle scuole di ogni ordine e grado,
al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali
e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano.”
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