Don Primo Mazzolari, La parola ai poveri, a cura di Leonardo Sapienza, con testo autografo di Papa Francesco, ed. Dehoniane, Bologna, 2016, p. 139
«Non possiedo niente. La roba non mi ha fatto gola e tanto meno occupato.
Non ho risparmi, se non quel poco che potrà sì o no bastare alle spese dei funerali che desidero semplicissimi, secondo il mio gusto e l’abitudine della mia casa e della mia chiesa.
Non ho niente e sono contento di non avere niente da darvi.
Intorno al mio altare come intorno alla mia casa e al mio lavoro non ci fu mai “suon di denaro”: il poco che è passato nelle mie mani — avrebbe potuto essere molto se ci avessi fatto caso — è andato dove doveva andare. Se potessi avere un rammarico su questo punto, riguarderebbe i miei poveri e le opere della parrocchia che avrei potuto aiutare largamente: ma siccome ovunque ci sono poveri e tutti i poveri sono del Signore…».
Così scriveva don Primo Mazzolari nel suo Testamento. Era nato in una famiglia povera e vissuto sempre tra poveri, a cominciare dagli scopai di Cicognara, dove aveva iniziato il suo ministero sacerdotale.